SIGNIFICATO CLINICO
La vitamina D è una vitamina liposolubile che interviene nel metabolismo calcio-fosforo ed esiste in due forme: una è il colecalciferolo (Vitamina D3) che viene sintetizzato a livello cutaneo per irradiazione ultravioletta a partire dal dal 7-deidrocolesterolo, ma che può anche essere introdotta con grassi animali (fegato di pesce, latte, carni); l’altra è l’ ergocalciferolo (Vitamina D2), derivata, per affetto dell’ irradiazione ultravioletta, dall’ ergosterolo introdotto con la dieta (lievito). Entrambe queste forme subiscono nell’organismo due importanti idrossilazioni: la prima nel fegato con formazione del calcidiolo: 25(OH)D); la seconda nel rene dove si forma il calcitriolo: 1,25 (OH)D, che rappresenta il metabolita biologicamente attivo. La vitamina D agisce principalmente, aumentando l’assorbimento intestinale di calcio, sul riassorbimento osseo (a basse dosi favorisce la mineralizzazione; ad alte dosi provoca una mobilizzazione del calcio (per stimolo degli osteoclasti), aumentando nel contempo, a livello renale, il riassorbimento tubulare del fosforo.

INDICAZIONI CLINICHE
Deficit della 25(OH)D si osservano nel rachitismo infantile, osteoporosi, osteomalacia, gravidanza, nella crescita, negli anziani, in menopausa, nei malassorbimenti, nell’insufficienza epatica.

TIPO DI CAMPIONE
Il paziente si deve sottoporre ad un prelievo di sangue.

PREPARAZIONE
E’ necessario osservare un digiuno di almeno 8 ore, è ammessa l’assunzione di una modica quantità di acqua.

VALORI DI RIFERIMENTO
Maschi e Femmine: inverno: 10-60 ng/ml
estate: 20-120 ng/ml

NOTE
Idrossido d’alluminio, colestiramina, cortisonici, anticonvulsivanti, isoniazide, rifampicina ne riducono la concentrazione.
La variabilità stagionale è dovuta alla diversa esposizione ai raggi solari che aumenta la produzione endogena del colecalciferolo. Per valori di 25(OH)D inferiori a 10 ng/ml si è in presenza di una importante carenza. Una intossicazione da Vitamina D può comparire per valori di 25(OH)D superiori a 100 ng/ml.